Il tentativo di Ecovino è di integrare le conoscenze del mondo scientifico con quelle del mondo agricolo. In che modo pensate di gestire la partecipazione dei produttori locali e lo scambio di informazioni?
Lo scopo di Ecovino è di realizzare una piattaforma informatica, cioè una ‘macchina’ per aiutare i viticoltori a sincronizzare più razionalmente gli interventi sui vigneti in base all’andamento meteo dell’annata. La realizzazione della piattaforma richiede un lavoro tecnico iniziale di informatica, modellistica, misure meteo e osservazioni fenologiche; quindi collaborazioni all’interno del mondo scientifico. Tuttavia, una volta realizzata, la macchina non può essere messa a punto, avviata e procedere sulla sua strada senza uno scambio continuo d’informazioni col mondo agricolo. Soprattutto nella fase iniziale.
Faccio un esempio. In un dato giorno, la piattaforma darà un messaggio d’allerta per un possibile attacco della lobesia in 400 aree di 1 kilometro quadrato ciascuna (pixel). Diciamo, l’80% di probabilità che gli adulti dell’insetto raggiungano la terza generazione (quella più dannosa) prima della vendemmia. Naturalmente, noi non possiamo andare a controllare ogni giorno tutti questi pixel per vedere se la piattaforma (che è una serie di operazioni matematiche) ha fatto bene i calcoli per ciascuno di essi. Qui, abbiamo bisogno della collaborazione dei viticoltori, i quali, dopo aver ricevuto l’allerta, intervengano nei loro vigneti a rischio con la difesa fitosanitaria e/o controllino lo stato delle vigne nei giorni successivi. E, soprattutto, ce lo comunichino tempestivamente per permetterci di correggere subito eventuali errori.
Questo è solo un esempio. Avremo bisogno di collaborare coi produttori locali anche per quel che riguarda la corretta collocazione delle stazioni meteo e la comunicazione tempestiva di eventuali errori di previsione delle fenofasi delle viti e della loro maturazione. Perciò, ancora prima che la piattaforma cominci a funzionare, vogliamo recarci presso le aziende dei viticoltori della Cooperativa Antiche Terre Tuscolane (CATT) che partecipano al progetto Ecovino, e di altri che lo richiedano, per spiegare dettagliatamente il funzionamento delle stazioni e concordare insieme modi e tempi di gestione operativa del progetto.
Guardando dal punto di vista del viticoltore, quali ritiene siano i principali vantaggi di una piattaforma come Ecovino?
In generale, il viticoltore ha più fiducia nella sua esperienza ed in ciò che fanno gli altri viticoltori del suo territorio che delle indicazioni degli scienziati. E non sempre a torto. Tuttavia, se seguendo le indicazioni della piattaforma riuscisse a ridurre l’uso dei prodotti chimici o a non usarne affatto, ne trarrebbe un grande vantaggio in termini di: i) risparmio di capitale e lavoro, ii) qualità dell’ambiente in cui egli stesso vive, iii) riduzione o assenza di residui chimici nel suo vino. E poi, prevedendo in anticipo la data della maturazione delle uve e quindi della vendemmia, il viticoltore può ottimizzare i tempi d’invio dell’uva alla cantina per la vinificazione e la tracciabilità del vino.
Esistono già progetti simili sul territorio nazionale? Se si, a che livello di sperimentazione sono?
Naturalmente, non siamo i primi ad intraprendere un progetto come Ecovino. Sul territorio nazionale, già sono in corso iniziative con obiettivi simili, anche se in numero molto inferiore a quelle nei Paesi ad economia di mercato più sviluppati. In Italia, i Servizi Nazionali che gestiscono reti meteorologiche - Servizio Meteo AM, UCEA, Servizio Idrografico - dichiarano il loro interesse per l’agricoltura e, quindi, anche per la viticoltura. Tuttavia, i prodotti dei Servizi sono, da soli, di poca utilità al livello del singolo vigneto a causa della distanze tra le stazioni meteo (almeno qualche decina di kilometri).
Per colmare questa lacuna, ogni Regione ha istituito un proprio Servizio (Agro)Meteorologico Regionale - ad esempio: ARPA (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Basilicata), CMIRL Liguria, ARSIA Toscana, ARSIAL Lazio, ASSOCODIPUGLIA, CRATI Calabria, SAR Sardegna, ecc.- con reti di stazioni meteo distanti, in media, meno di 10 Km. Se i prodotti di queste reti sono utili al livello di programmazione agricola regionale, lo sono ancora poco per i singoli produttori viticoli.
Sono, perciò, sorte iniziative e Società private - Syngenta, Simet, Betratungsring, ecc. - che si rivolgono ai singoli viticoltori per vendere prodotti agrometeorologici - consulenze, previsioni, allarmi, ecc. - ritagliati a misura dei loro vigneti. I prodotti di queste società hanno raggiunto diversi livelli di sperimentazione (e di aderenza alle necessità dei viticoltori). Si va dalla semplice elaborazione per l’agricoltura dei dati meteo delle Stazioni Nazionali o Regionali, senza alcun riferimento specifico alle singole colture e alla loro stagionalità, alle simulazioni tramite modelli matematici del ciclo annuale delle colture a scala locale.
Al livello più innovativo, le simulazioni, fatte per i punti in cui sono collocate le stazioni meteo, sono poi spazializzate sul territorio con la tecnica GIS. Nella Regione Lazio, Ecovino si colloca a questo livello.