Grazie al Progetto EcoVino, MeRi ha avuto modo di entrare in
contatto diretto con quella che è la complessa e variegata situazione della
vitivinicoltura del Lazio. Il territorio laziale vanta una tradizione vinicola
millenaria, che può essere fatta risalire ai primi vinificatori del periodo
romano. Clima e conformazione del territorio si adattano molto bene alla
coltivazione della vite, e la presenza di uno snodo turistico e commerciale
come Roma rappresenta sicuramente un valore aggiunto. Permangono tuttavia una
tendenza all’autonomia (che spesso può essere piuttosto letta come
‘isolamento’) e una scarsa propensione all’innovazione. Le aziende sono spesso
piccole, a conduzione familiare e poco moderne. La scarsa maturità di sistema
vitivinicolo laziale è evidenziata da solo il 30 % di superficie iscritta al DO
(Denominazione di Origine). Ciò
significa che il 70 per cento del vigneto non trova valenze economiche nei
toponimi e nelle proprie radici culturali. Pur avendo appeal e valori
storici di rinomanza internazionale, il sistema laziale non ha valorizzato le
aree relative alle provincie di Rieti,
Frosinone, Latina e Viterbo. Discorso a parte merita la provincia di Roma, dove le valenze da territorio sono in fase di
affermazione, soprattutto per Frascati e Castelli Romani DOC. Nonostante le
evidenti limitazioni, il vino del Lazio genera una buona rendita. La Produzione
Lorda Vendibile (PLV) media del vino laziale si attesta infatti intorno ai
5.200 euro annui per ettaro. Non si può fare a meno di chiedersi dove si
potrebbe arrivare se le potenzialità della filiera vinicola venissero sfruttate
al meglio!
Punti di forza della filiera
vinicola laziale:
- Un retroterra culturale e una storia assolutamente impareggiabili (basta pensare alla cultura romana e al mito di Bacco), uniti a una vocazionalità alla coltivazione della vite plutrimillenaria e indiscussa.
- Una notevole biodiversità, testimoniata da un elevato numero di biotipi e vitigni autoctoni da preservare.
- La vicinanza con Roma; centro commerciale di primaria importanza per le relazioni internazionali
- Una contiguità con un flusso turistico notevole (la stima dei turisti presenti nel Lazio è di circa 20 milioni annui), che potrebbe rappresentare un’ottima fonte di promozione.
- L’importante concentrazione quantitativa e qualitativa di Enti di ricerca sul territorio potenzialmente votati alla causa vitienologica.
I punti di debolezza del Lazio sono, a nostro avviso, una
diffusa difficoltà a fare impresa e sistema con il territorio, una carenza di
aggiornamento professionale e di strumenti per il controllo della produzione,
la scarsa valorizzazione delle potenzialità legate al territorio, una debole
capacità manageriale e di raccordo istituzionale (molti dei fondi messi a
disposizione dalla Regione vanno tutt’ora persi a causa della scarsa
informazione), un’attività di ricerca limitata o poco incisiva.
(Dati ARSIAL)
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