Nel primo numero di MeRi news – un post settimanale
che si propone di essere uno strumento di riflessione, più che di comunicazione
– abbiamo preso in considerazione i molti articoli (non tutti) comparsi in rete
verso la fine dello scorso anno per spiegare le cause della ‘disastrosa annata’
2014 per l’olio italiano di qualità. Ci aveva colpito la quasi unanime certezza
degli ‘esperti’ intervistati nel dare tutta la colpa del misfatto a un insetto,
la mosca olearia (Bactrocera oleae)
e al suo complice, il tempo meteorologico; certezza riprodotta a pappagallo sul
web da giornalisti poco inclini a porre (e a porsi) domande.
Ma, quella certezza mostra qualche crepa. Andando a
spigolare negli articoli già letti e in nuovi che abbiamo trovato nel frattempo,
voci critiche, seppur rare, si sono levate. Ne riportiamo testualmente alcune,
perché da esse vogliamo partire per fare un piccolo ragionamento. ‘Si sono
salvati soltanto gli imprenditori che hanno saputo prevedere il rischio ed
hanno protetto le piante’. ‘Si sono salvate le colture dove il prodotto chimico
è finito dentro l’oliva e ha distrutto le larve’. ‘Nei campi convenzionali si
usa un larvicida che come principio attivo contiene il dimetoato’. Dunque,
secondo alcuni, qualcosa si sarebbe potuto tentare per evitare la ‘catastrofe’:
trattare per tempo gli olivi con dimetoato. Ma cos’è il dimetoato? Dato che non
sono un patologo vegetale (sono un agrometeorologo), ho cercato la risposta
sulla rete.
Riporto da Wikipedia. ‘Dimetoato è un insetticida.
E’ un prodotto largamente impiegato come insetticida di contatto contro diversi
raggruppamenti di insetti fitofagi [che si nutrono di vegetali], ma in
particolare ha trovato tradizionalmente impiego nella protezione dell'olivo e
dei fruttiferi contro le larve carpofaghe [che si sviluppano nei frutti carnosi],
in particolare quelle dei Ditteri [mosche]. E’ un insetticida citotropico [passa
dall’esterno nei primi strati di cellule al di sotto dell’epidermide] che penetra
con facilità e rapidità nei tessuti vegetali; per queste ragioni funziona da
prodotto curativo, adatto per il controllo dei fitofagi minatori [che scavano
gallerie] e, in particolare, delle larve della Bactrocera nelle olive. … Il dimetoato
è un principio attivo neurotossico, nocivo per l'uomo per ingestione, inalazione
e per contatto con la pelle. Non è cancerogeno su ratto e su topo, non teratogeno
[non causa malformazioni del feto in gravidanza] e non mutageno [non causa
alterazioni del DNA] su mammiferi. Il dimetoato è largamente citato nella
letteratura fra i prodotti più indicati per il controllo chimico della mosca
dell'olivo sulle varietà da olio. A differenza di altri insetticidi, al
dimetoato si attribuisce un minore impatto sulla salute umana: in virtù della
sua idrosolubilità gli eventuali residui chimici del dimetoato confluiscono
durante il processo di estrazione dell'olio d'oliva nelle acque di vegetazione,
perciò l'olio di oliva sarebbe virtualmente privo di residui’.
Il dimetoato è tossico, quindi va usato con
cautela, professionalità e, soprattutto, quando non se ne può fare a meno. Ma
non è un satana! Il suo impiego è previsto e controllato da precisi regolamenti
e norme internazionali per l’Agricoltura Integrata [REG. (CE) N. 1698/2005 ART.
36 (a) (iv) E ART. 39] recepiti a
livello nazionale. C’è poi da dire che ci sono due metodi per combattere gli
attacchi della mosca olearia: i)
Metodo Adulticida, di carattere preventivo, che consiste nella cattura e
l’uccisione degli gli adulti [le mosche] che volano nell’oliveto prima che le femmine
infettino le olive e ii)
Metodo Larvicida, di carattere curativo, che consiste nell’uccidere le larve
nelle olive dopo che
queste sono state infettate. In ambedue i metodi si usa solitamente il
dimetoato.
Riportiamo, ad esempio, ciò che stabilisce – per il
dimetoato – il Disciplinare di Produzione Integrata della Regione Lazio riguardo
alla difesa dalla mosca olearia [Azione 214.1 – Programma di Sviluppo Rurale,
PSR 2007-2013]. L’uso di questa Sostanza Attiva (SA) in olivicoltura è
autorizzato: i) come ‘Proteina
idrolizzata + dimetoato’ nel Metodo Adulticida di difesa dalla mosca per un
massimo di 4 trattamenti all’anno, ii)
come ‘Dimetoato con non più di 40 g/hl di SA’ nel Metodo Larvicida per un
massimo di 2 trattamenti all’anno indipendentemente dall'avversità. Leggiamo
ancora: ‘Utilizzando le dosi minime in etichetta, non crea problemi di
fitotossicità neppure per le varietà più sensibili (Canino, Itrana, Frantoio)’.
Nella Produzione Integrata dell’olio, quindi, l’uso
del dimetoato nella difesa delle olive dalla Bactrocera, lungi dall’essere
vietato, o solo tollerato, viene proposto, seppure nel rispetto di regole
precise. Nel Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della CE per il prossimo
quinquennio (2015-20) la Produzione Integrata gioca un ruolo strategico per la
modernizzazione dell’agricoltura del continente europeo, tanto che sono
previsti importanti contributi finanziari per le aziende che s’impegnano ad
adottarne i disciplinari. E in quello dell’olivicoltura c’è la possibilità
dell’uso del dimetoato, … ‘seppure nel rispetto di regole precise’.
Questa sostanza attiva lo scorso anno c’era già,
come erano già note le regole a cui attenersi per usarla. Una domanda sorge
spontanea: consorzi, olivicoltori, esperti, dipartimenti di agraria e
assaggiatori d’olio erano in grado – nella primavera 2014 – di proporre
l’impiego del dimetoato a tempo debito nel rispetto dei disciplinari? Non mi
stupirei se qualcuno, sorvolando sulla propria mancanza di conoscenze e
capacità, osservasse: ‘Ma il dimetoato è tossico, quindi pericoloso’. Gli si
potrebbe rispondere che anche il fuoco è pericoloso, ma nessuno, per questo, rinuncerebbe
a usarlo per riscaldare i cibi.
Maurizio Severini
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