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giovedì 22 gennaio 2015


Nel primo numero di MeRi news – un post settimanale che si propone di essere uno strumento di riflessione, più che di comunicazione – abbiamo preso in considerazione i molti articoli (non tutti) comparsi in rete verso la fine dello scorso anno per spiegare le cause della ‘disastrosa annata’ 2014 per l’olio italiano di qualità. Ci aveva colpito la quasi unanime certezza degli ‘esperti’ intervistati nel dare tutta la colpa del misfatto a un insetto, la mosca olearia (Bactrocera oleae) e al suo complice, il tempo meteorologico; certezza riprodotta a pappagallo sul web da giornalisti poco inclini a porre (e a porsi) domande.  

Ma, quella certezza mostra qualche crepa. Andando a spigolare negli articoli già letti e in nuovi che abbiamo trovato nel frattempo, voci critiche, seppur rare, si sono levate. Ne riportiamo testualmente alcune, perché da esse vogliamo partire per fare un piccolo ragionamento. ‘Si sono salvati soltanto gli imprenditori che hanno saputo prevedere il rischio ed hanno protetto le piante’. ‘Si sono salvate le colture dove il prodotto chimico è finito dentro l’oliva e ha distrutto le larve’. ‘Nei campi convenzionali si usa un larvicida che come principio attivo contiene il dimetoato’. Dunque, secondo alcuni, qualcosa si sarebbe potuto tentare per evitare la ‘catastrofe’: trattare per tempo gli olivi con dimetoato. Ma cos’è il dimetoato? Dato che non sono un patologo vegetale (sono un agrometeorologo), ho cercato la risposta sulla rete.

Riporto da Wikipedia. ‘Dimetoato è un insetticida. E’ un prodotto largamente impiegato come insetticida di contatto contro diversi raggruppamenti di insetti fitofagi [che si nutrono di vegetali], ma in particolare ha trovato tradizionalmente impiego nella protezione dell'olivo e dei fruttiferi contro le larve carpofaghe [che si sviluppano nei frutti carnosi], in particolare quelle dei Ditteri [mosche]. E’ un insetticida citotropico [passa dall’esterno nei primi strati di cellule al di sotto dell’epidermide] che penetra con facilità e rapidità nei tessuti vegetali; per queste ragioni funziona da prodotto curativo, adatto per il controllo dei fitofagi minatori [che scavano gallerie] e, in particolare, delle larve della Bactrocera nelle olive. … Il dimetoato è un principio attivo neurotossico, nocivo per l'uomo per ingestione, inalazione e per contatto con la pelle. Non è cancerogeno su ratto e su topo, non teratogeno [non causa malformazioni del feto in gravidanza] e non mutageno [non causa alterazioni del DNA] su mammiferi. Il dimetoato è largamente citato nella letteratura fra i prodotti più indicati per il controllo chimico della mosca dell'olivo sulle varietà da olio. A differenza di altri insetticidi, al dimetoato si attribuisce un minore impatto sulla salute umana: in virtù della sua idrosolubilità gli eventuali residui chimici del dimetoato confluiscono durante il processo di estrazione dell'olio d'oliva nelle acque di vegetazione, perciò l'olio di oliva sarebbe virtualmente privo di residui’.

Il dimetoato è tossico, quindi va usato con cautela, professionalità e, soprattutto, quando non se ne può fare a meno. Ma non è un satana! Il suo impiego è previsto e controllato da precisi regolamenti e norme internazionali per l’Agricoltura Integrata [REG. (CE) N. 1698/2005 ART. 36 (a) (iv) E ART. 39]  recepiti a livello nazionale. C’è poi da dire che ci sono due metodi per combattere gli attacchi della mosca olearia: i) Metodo Adulticida, di carattere preventivo, che consiste nella cattura e l’uccisione degli gli adulti [le mosche] che volano nell’oliveto prima che le femmine infettino le olive e ii) Metodo Larvicida, di carattere curativo, che consiste nell’uccidere le larve nelle olive dopo che queste sono state infettate. In ambedue i metodi si usa solitamente il dimetoato.

Riportiamo, ad esempio, ciò che stabilisce – per il dimetoato – il Disciplinare di Produzione Integrata della Regione Lazio riguardo alla difesa dalla mosca olearia [Azione 214.1 – Programma di Sviluppo Rurale, PSR 2007-2013]. L’uso di questa Sostanza Attiva (SA) in olivicoltura è autorizzato: i) come ‘Proteina idrolizzata + dimetoato’ nel Metodo Adulticida di difesa dalla mosca per un massimo di 4 trattamenti all’anno, ii) come ‘Dimetoato con non più di 40 g/hl di SA’ nel Metodo Larvicida per un massimo di 2 trattamenti all’anno indipendentemente dall'avversità. Leggiamo ancora: ‘Utilizzando le dosi minime in etichetta, non crea problemi di fitotossicità neppure per le varietà più sensibili (Canino, Itrana, Frantoio)’.

Nella Produzione Integrata dell’olio, quindi, l’uso del dimetoato nella difesa delle olive dalla Bactrocera, lungi dall’essere vietato, o solo tollerato, viene proposto, seppure nel rispetto di regole precise. Nel Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della CE per il prossimo quinquennio (2015-20) la Produzione Integrata gioca un ruolo strategico per la modernizzazione dell’agricoltura del continente europeo, tanto che sono previsti importanti contributi finanziari per le aziende che s’impegnano ad adottarne i disciplinari. E in quello dell’olivicoltura c’è la possibilità dell’uso del dimetoato, … ‘seppure nel rispetto di regole precise’.

Questa sostanza attiva lo scorso anno c’era già, come erano già note le regole a cui attenersi per usarla. Una domanda sorge spontanea: consorzi, olivicoltori, esperti, dipartimenti di agraria e assaggiatori d’olio erano in grado – nella primavera 2014 – di proporre l’impiego del dimetoato a tempo debito nel rispetto dei disciplinari? Non mi stupirei se qualcuno, sorvolando sulla propria mancanza di conoscenze e capacità, osservasse: ‘Ma il dimetoato è tossico, quindi pericoloso’. Gli si potrebbe rispondere che anche il fuoco è pericoloso, ma nessuno, per questo, rinuncerebbe a usarlo per riscaldare i cibi.

Maurizio Severini

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