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Artemia Salina a Tor Vergata

domenica 23 febbraio 2014

Condividiamo il video della presentazione sull'Artemia Salina tenuta dal nostro Maurizio Severini presso la Facoltà di Ingegneria di Roma Tor Vergata per una delegazione dalla Cina. 


Estratti dalla Giornata Informativa Ecovino

mercoledì 5 febbraio 2014


Nell'ultima vendemmia (2013), il vino prodotto nell'’area del Frascati (che produce vino DOC e DOCG) ha avuto, in media, mezzo grado alcoolico meno dello scorso anno. Qual è stata la causa? Certamente un monitoraggio meteorologico più preciso ed un suo collegamento con l'’annata viticola avrebbero potuto metterci in anticipo sull'avviso e raccogliere nel momento della corretta maturazione. Oltre il 40% dei vigneti che producono il vino Frascati sono nel Comune di Roma. (Il restante Frascati è localizzato nei comuni di Frascati, Monteporzio Catone, Grottaferrata ed in parte MonteCompatri). Perché non provare a far diventare il nostro vino il vino della capitale? 
(Luigi Fusco - Vicepresidente Coop Antiche Terre Tuscolane)

Gli imprenditori che producono vini di qualità, come quelli del Frascati doc, se vorranno continuare a competere sul mercato globale e non perdere quote, dovranno innovare continuamente il prodotto attraverso applicazioni dei più recenti risultati della ricerca scientifica. E dovranno pagare queste applicazioni di tasca propria perché i contributi pubblici si sono già ridotti e continueranno a diminuire. Così si realizzerà, finalmente anche nel nostro Paese, quel collegamento diretto tra ricerca e produzione che fino ad oggi è mancato. Le previsioni di attacchi della lobesia, prodotte come risultati del Progetto ECOVINO, permetteranno ai viticoltori d’intervenire con prodotti chimici solo quando c’è un rischio effettivo, evitando la pratica costosa e dannosa degli interventi a calendario.
(Maurizio Severini - Meteotec)

Perché le previsioni meteo risultino effettivamente utili alle attività delle aziende vitivinicole dei Castelli Romani, bisogna infittire la rete di stazioni meteo della zona. Ciò permetterà al sistema di previsioni, basato sul modello ad area limitata RAMS, di essere meglio calibrato e fornire temperature medie giornaliere più attendibili in tutti i punti della zona con una risoluzione spaziale fino a 500 metri, così da venire incontro alle esigenze dei viticoltori. Questo permetterà anche di adattare progressivamente la cadenza temporale degli interventi sui vigneti alla variabilità climatica.
(Massimiliano Pasqui - IBIMET)

La modificazione delle fenofasi della vite è una delle prime manifestazioni della risposta di questa specie al cambiamento climatico in atto. La conoscenza dell’andamento e della qualità della fasi del ciclo vegeto-produttivo in vigna rappresenta un presupposto imprescindibile per l’adeguamento delle tecniche viticole. Osservazioni preliminari nei vigneti campione dell’area dei Castelli Romani su vitigni ammessi alle produzioni DOP rilevano una notevole variabilità nel ciclo delle fenofasi e nell’andamento della maturazione delle uve. Tale variabilità è da associare alla diversità dei caratteri fisici degli agro-ecosistemi vigneto in un’area territoriale contraddistinta da un’elevata eterogeneità fisiografica. Inoltre, ad essa contribuiscono anche le diverse tecniche di gestione del vigneto che concorrono a definire specifici microclimi. Monitorare, prevedere e saper gestire tale variabilità nei vigneti significa attuare una viticoltura di precisione e sostenibile.
(Rita Biasi - DAFNE)

Le trappole per la cattura degli adulti di lobesia collocate nelle aziende vitivinicole di Fusco e Ceccarelli hanno messo in evidenza una grande differenza di densità di popolazione. Non si può dire, quindi, che questo insetto non rappresenta un pericolo per le viti dei Castelli Romani, come si sente dire talvolta. L’estrema variabilità dei microclimi della zona fa sì che se in un posto l’insetto è quasi assente, in un posto vicino esso può causare forti danni alle uve e ai vini.
(Stefano Speranza - DAFNE)

Le simulazioni in tempo reale per l’area dei Castelli Romani (20 Km x 20 Km) col modello VITE&LOBESIA (pixel 1 Km x 1 Km), mentre hanno evidenziato un basso rischio di attacco dell’insetto nelle zone di Frascati e Velletri nell’annata 2013, hanno suggerito un’alta probabilità di attacco nella zona di Marino. Un operatore di questa zona ha dichiarato che l’attacco simulato dal modello c’è stato effettivamente.
(Simone Pesolillo - Meteotec)

Ecovino: intervista a Maurizio Severini (Meteotec)

domenica 2 febbraio 2014

Il tentativo di Ecovino è di integrare le conoscenze del mondo scientifico con quelle del mondo agricolo. In che modo pensate di gestire la partecipazione dei produttori locali e lo scambio di informazioni?

Lo scopo di Ecovino è di realizzare una piattaforma informatica, cioè una ‘macchina’ per aiutare i viticoltori a sincronizzare più razionalmente gli interventi sui vigneti in base all’andamento meteo dell’annata. La realizzazione della piattaforma richiede un lavoro tecnico iniziale di informatica, modellistica, misure meteo e osservazioni fenologiche; quindi collaborazioni all’interno del mondo scientifico. Tuttavia, una volta realizzata, la macchina non può essere messa a punto, avviata e procedere sulla sua strada senza uno scambio continuo d’informazioni col mondo agricolo. Soprattutto nella fase iniziale.
Faccio un esempio. In un dato giorno, la piattaforma darà un messaggio d’allerta per un possibile attacco della lobesia in 400 aree di 1 kilometro quadrato ciascuna (pixel). Diciamo, l’80% di probabilità che gli adulti dell’insetto raggiungano la terza generazione (quella più dannosa) prima della vendemmia. Naturalmente, noi non possiamo andare a controllare ogni giorno tutti questi pixel per vedere se la piattaforma (che è una serie di operazioni matematiche) ha fatto bene i calcoli per ciascuno di essi. Qui, abbiamo bisogno della collaborazione dei viticoltori, i quali, dopo aver ricevuto l’allerta, intervengano nei loro vigneti a rischio con la difesa fitosanitaria e/o controllino lo stato delle vigne nei giorni successivi. E, soprattutto, ce lo comunichino tempestivamente per permetterci di correggere subito eventuali errori.

Questo è solo un esempio. Avremo bisogno di collaborare coi produttori locali anche per quel che riguarda la corretta collocazione delle stazioni meteo e la comunicazione tempestiva di eventuali errori di previsione delle fenofasi delle viti e della loro maturazione. Perciò, ancora prima che la piattaforma cominci a funzionare, vogliamo recarci presso le aziende dei viticoltori della Cooperativa Antiche Terre Tuscolane (CATT) che partecipano al progetto Ecovino, e di altri che lo richiedano, per spiegare dettagliatamente il funzionamento delle stazioni e concordare insieme modi e tempi di gestione operativa del progetto.

 
Guardando dal punto di vista del viticoltore, quali ritiene siano i principali vantaggi di una piattaforma come Ecovino?

In generale, il viticoltore ha più fiducia nella sua esperienza ed in ciò che fanno gli altri viticoltori del suo territorio che delle indicazioni degli scienziati. E non sempre a torto. Tuttavia, se seguendo le indicazioni della piattaforma riuscisse a ridurre l’uso dei prodotti chimici o a non usarne affatto, ne trarrebbe un grande vantaggio in termini di: i) risparmio di capitale e lavoro, ii) qualità dell’ambiente in cui egli stesso vive, iii) riduzione o assenza di residui chimici nel suo vino. E poi, prevedendo in anticipo la data della maturazione delle uve e quindi della vendemmia, il viticoltore può ottimizzare i tempi d’invio dell’uva alla cantina per la vinificazione e la tracciabilità del vino.
 

Esistono già progetti simili sul territorio nazionale? Se si, a che livello di sperimentazione sono?

Naturalmente, non siamo i primi ad intraprendere un progetto come Ecovino. Sul territorio nazionale, già sono in corso iniziative con obiettivi simili, anche se in numero molto inferiore a quelle nei Paesi ad economia di mercato più sviluppati. In Italia, i Servizi Nazionali che gestiscono reti meteorologiche - Servizio Meteo AM, UCEA, Servizio Idrografico - dichiarano il loro interesse per l’agricoltura e, quindi, anche per la viticoltura. Tuttavia, i prodotti dei Servizi sono, da soli, di poca utilità al livello del singolo vigneto a causa della distanze tra le stazioni meteo (almeno qualche decina di kilometri).
Per colmare questa lacuna, ogni Regione ha istituito un proprio Servizio (Agro)Meteorologico Regionale - ad esempio: ARPA (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Basilicata), CMIRL Liguria, ARSIA Toscana, ARSIAL Lazio, ASSOCODIPUGLIA, CRATI Calabria, SAR Sardegna, ecc.- con reti di stazioni meteo distanti, in media, meno di 10 Km. Se i prodotti di queste reti sono utili al livello di programmazione agricola regionale, lo sono ancora poco per i singoli produttori viticoli.

Sono, perciò, sorte iniziative e Società private - Syngenta, Simet, Betratungsring, ecc. - che si rivolgono ai singoli viticoltori per vendere prodotti agrometeorologici - consulenze, previsioni, allarmi, ecc. - ritagliati a misura dei loro vigneti. I prodotti di queste società hanno raggiunto diversi livelli di sperimentazione (e di aderenza alle necessità dei viticoltori). Si va dalla semplice elaborazione per l’agricoltura dei dati meteo delle Stazioni Nazionali o Regionali, senza alcun riferimento specifico alle singole colture e alla loro stagionalità, alle simulazioni tramite modelli matematici del ciclo annuale delle colture a scala locale.

Al livello più innovativo, le simulazioni, fatte per i punti in cui sono collocate le stazioni meteo, sono poi spazializzate sul territorio con la tecnica GIS. Nella Regione Lazio, Ecovino si colloca a questo livello.
 

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