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venerdì 13 marzo 2015


Continuiamo il discorso sull’inizio dell’infestazione della mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) iniziato nel post precedente per una sola zona (Rieti), estendendolo, ora, a un intero territorio. Lo continuiamo riferendoci ancora alla ricerca del Laboratorio Entomologia della Scuola Sant’Anna di Pisa (Istituto Scienze della Vita) in collaborazione con l’Agenzia Regionale ARSIAL della Regione Lazio. Dati e risultati di questa ricerca sono riportati nella pubblicazione a stampa ‘L’Olivicoltura nel Lazio: la mosca delle olive nel territorio del Lazio’ che, per quanto ho cercato, non sono riuscito a trovare in rete. Così che, visto che considero questi dati molto utili per continuare il discorso sulla interazione tra ricerca scientifica e coltura dell’olivo, merce rara al giorno d’oggi, mi riferirò ad essi. E poi, non mi dispiacerà di contribuire alla loro circolazione; naturalmente, a stretto contatto con chi li ha prodotti, come, del resto, già sto facendo. Ricordo ancora una volta che i dati si riferiscono a 19 Zone Progettuali con specifica vocazione olivicola in tutte e cinque le province del Lazio (5 in provincia di Viterbo, 2 in provincia di Rieti, 5 in quella di Roma, 3 di Latina e 4 di Frosinone).

La Mappa d’Inizio Infestazione (I.I.) della mosca in un territorio è la rappresentazione cartografica delle date (o delle settimane) della sua prima ovideposizione nelle diverse zone. L’I.I. si verifica generalmente in estate dopo il cosiddetto ‘periodo bianco’, nella fase fenologica in cui le olive iniziano ad indurire il nocciolo e sono sviluppate abbastanza per nutrire le larve. In uno stesso anno, le date della prima ovideposizione variano, nello stesso territorio, da zona a zona (e, spesso, da azienda a azienda) e vengono, quindi, rappresentate su una mappa, simile a una carta geografica. Per una stessa zona, si possono definire due mappe d’I.I.: una mappa d’I.I. ‘media pluriennale ’, che riporta - per ciascuna zona del territorio rappresentato - la data media d’inizio infestazione negli anni precedenti (calcolata almeno con 10 anni, meglio 20) e una mappa d’I.I. ‘attuale’, che riporta le date d’inizio infestazione dell’anno in corso. La mappa media pluriennale dice all’olivicoltore (o al consorzio) quando iniziare i campionamenti delle olive per monitorare l’andamento dell’infestazione e per stabilire, sulla base del primo campionamento, la data d’inizio dell’infestazione nell’anno in corso nella sua zona. La determinazione di questa data in più zone del territorio permette di elaborare la mappa d’I.I. attuale.

In un’azienda (o in una zona), gli attacchi veramente dannosi della mosca negli anni non sono, per fortuna, né regolari e né frequenti. Per questo, le mappe d’I.I. media pluriennale di un territorio danno, in generale, le date della prima ovideposizione non dannosa per quella zona. In un dato anno, l’entità dell’anticipo della I.I. attuale sulla I.I. media pluriennale dà il rischio del futuro attacco della Bactrocera in quell’anno. E quindi, dà all’olivicoltore la possibilità di apprestare in anticipo le tecniche colturali e di difesa più opportune per la sua coltura. In una zona, maggiore è l’anticipo della I.I. attuale su quella media pluriennale e maggiore è il rischio di danno della mosca delle olive, perché maggiore è l’anticipo e più tempo la mosca avrà a disposizione per infestare le drupe e compiere un maggior numero di generazioni. Dunque, per una reale utilità pratica in olivicoltura, sono necessarie ambedue le mappe d’I.I..

Nella pubblicazione che sto considerando, c’è una tabella con le settimane d’I.I. attuale, stimate in base al risultato del primo campionamento delle olive (eseguito, generalmente, in ritardo rispetto alla prima ovideposizione), per il quinquennio 1999 – 2003, nelle 19 zone progettuali della Regione Lazio





e una mappa di I.I. attuale per l’anno 2002, anno in cui si è verificata l’infestazione più grave della Bactrocera.




Ma non ci sono né dati e né mappe relativi alla I.I. media pluriennale. E giustamente, perché la ricerca a cui si riferisce la pubblicazione si basa solo su cinque anni di dati d’infestazione e un tale intervallo di tempo è troppo breve per calcolare valori medi pluriennali significativi ed elaborare una mappa utile. Così, malgrado la pubblicazione suggerisca un modo di organizzare i campionamenti delle olive al fine di prevedere il rischio della Bactrocera fin dal primo campionamento, a causa del ridotto numero di anni della ricerca, la previsione può risultare poco affidabile. E la sua possibilità di applicazione pratica, nel Lazio, molto ridotta.

A questo punto sorge spontanea la domanda: dopo il 2003, ultimo anno a cui si riferisce la pubblicazione, il suo progetto si è interrotto o è continuato per altri cinque (o magari dieci) anni? La mia paura è che esso sia stato interrotto, così da non aver permesso di elaborare quella mappa media pluriennale dell’ I.I. che avrebbe ‘chiuso il cerchio’ e dato all’olivicoltore uno strumento scientifico utile per gestire, anno per anno, gli attacchi della mosca olearia. Della cosa non mi stupirei più di tanto, visto che è molto più semplice imprecare contro l’imprevedibilità dei fenomeni che apprestare strategie di difesa che richiedono organizzazione, soldi, mezzi e conoscenza scientifica. D’altra parte, il nostro Paese è pieno di infrastrutture iniziate e mai finite.



Maurizio Severini




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