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Estratti dalla Giornata Informativa Ecovino

mercoledì 5 febbraio 2014


Nell'ultima vendemmia (2013), il vino prodotto nell'’area del Frascati (che produce vino DOC e DOCG) ha avuto, in media, mezzo grado alcoolico meno dello scorso anno. Qual è stata la causa? Certamente un monitoraggio meteorologico più preciso ed un suo collegamento con l'’annata viticola avrebbero potuto metterci in anticipo sull'avviso e raccogliere nel momento della corretta maturazione. Oltre il 40% dei vigneti che producono il vino Frascati sono nel Comune di Roma. (Il restante Frascati è localizzato nei comuni di Frascati, Monteporzio Catone, Grottaferrata ed in parte MonteCompatri). Perché non provare a far diventare il nostro vino il vino della capitale? 
(Luigi Fusco - Vicepresidente Coop Antiche Terre Tuscolane)

Gli imprenditori che producono vini di qualità, come quelli del Frascati doc, se vorranno continuare a competere sul mercato globale e non perdere quote, dovranno innovare continuamente il prodotto attraverso applicazioni dei più recenti risultati della ricerca scientifica. E dovranno pagare queste applicazioni di tasca propria perché i contributi pubblici si sono già ridotti e continueranno a diminuire. Così si realizzerà, finalmente anche nel nostro Paese, quel collegamento diretto tra ricerca e produzione che fino ad oggi è mancato. Le previsioni di attacchi della lobesia, prodotte come risultati del Progetto ECOVINO, permetteranno ai viticoltori d’intervenire con prodotti chimici solo quando c’è un rischio effettivo, evitando la pratica costosa e dannosa degli interventi a calendario.
(Maurizio Severini - Meteotec)

Perché le previsioni meteo risultino effettivamente utili alle attività delle aziende vitivinicole dei Castelli Romani, bisogna infittire la rete di stazioni meteo della zona. Ciò permetterà al sistema di previsioni, basato sul modello ad area limitata RAMS, di essere meglio calibrato e fornire temperature medie giornaliere più attendibili in tutti i punti della zona con una risoluzione spaziale fino a 500 metri, così da venire incontro alle esigenze dei viticoltori. Questo permetterà anche di adattare progressivamente la cadenza temporale degli interventi sui vigneti alla variabilità climatica.
(Massimiliano Pasqui - IBIMET)

La modificazione delle fenofasi della vite è una delle prime manifestazioni della risposta di questa specie al cambiamento climatico in atto. La conoscenza dell’andamento e della qualità della fasi del ciclo vegeto-produttivo in vigna rappresenta un presupposto imprescindibile per l’adeguamento delle tecniche viticole. Osservazioni preliminari nei vigneti campione dell’area dei Castelli Romani su vitigni ammessi alle produzioni DOP rilevano una notevole variabilità nel ciclo delle fenofasi e nell’andamento della maturazione delle uve. Tale variabilità è da associare alla diversità dei caratteri fisici degli agro-ecosistemi vigneto in un’area territoriale contraddistinta da un’elevata eterogeneità fisiografica. Inoltre, ad essa contribuiscono anche le diverse tecniche di gestione del vigneto che concorrono a definire specifici microclimi. Monitorare, prevedere e saper gestire tale variabilità nei vigneti significa attuare una viticoltura di precisione e sostenibile.
(Rita Biasi - DAFNE)

Le trappole per la cattura degli adulti di lobesia collocate nelle aziende vitivinicole di Fusco e Ceccarelli hanno messo in evidenza una grande differenza di densità di popolazione. Non si può dire, quindi, che questo insetto non rappresenta un pericolo per le viti dei Castelli Romani, come si sente dire talvolta. L’estrema variabilità dei microclimi della zona fa sì che se in un posto l’insetto è quasi assente, in un posto vicino esso può causare forti danni alle uve e ai vini.
(Stefano Speranza - DAFNE)

Le simulazioni in tempo reale per l’area dei Castelli Romani (20 Km x 20 Km) col modello VITE&LOBESIA (pixel 1 Km x 1 Km), mentre hanno evidenziato un basso rischio di attacco dell’insetto nelle zone di Frascati e Velletri nell’annata 2013, hanno suggerito un’alta probabilità di attacco nella zona di Marino. Un operatore di questa zona ha dichiarato che l’attacco simulato dal modello c’è stato effettivamente.
(Simone Pesolillo - Meteotec)

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